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Una Notte nell'Annwn: Le storie di Annwn, #1
Una Notte nell'Annwn: Le storie di Annwn, #1
Una Notte nell'Annwn: Le storie di Annwn, #1
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Una Notte nell'Annwn: Le storie di Annwn, #1

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Una Notte nell'Annwn

La strana storia dell’esperienza ai confini della morte del vecchio Willy Jones

Annwn è l'antica parola gallese per il Paradiso e, come il Walhalla, era sotterraneo. Questo romanzo racconta la storia di Willy, un vecchio pastore delle colline gallesi, che dopo la morte della moglie si trascura e si lascia andare. Un giorno, mentre passeggia con il suo vecchio cane, questo muore e Willy si accascia colpito da un infarto per il dolore, benché avesse già da tempo perso la voglia di vivere.

Si risveglia poi in ospedale e cerca di capire cosa gli sia successo. Ben presto capisce che la giovane infermiera è la moglie defunta, Sarah, e questo gli fa nascere il dubbio di essere morto.

La cosa non lo spaventa, anzi: ne è ben felice.

Trascorre alcuni 'giorni' con Sarah nell'Annwn, durante i quali lei lo guida e gli spiega come funzionano le cose 'in Paradiso'. E' meravigliato da tutto ciò che sente e vede, finché viene improvvisamente richiamato al suo corpo, senza preavviso. His body has been in hospital too, but in the physical world, and he awakes from an NDE (near-death experience). Anche il suo corpo è stato in ospedale, ma nel mondo fisico, dove si risveglia da un'esperienza di pre-morte. Ricomincia poi a vedere la moglie e i ricordi del tempo trascorso nell'Annwn riaffiorano.

La sua vita cambia radicalmente ed egli si trova con una rinnovata voglia di vivere, collaborando con la moglie nell'Aldilà per il bene dei meno fortunati intorno a lui, finché un giorno giunge anche la sua ora ed è riunito con la moglie per l'eternità.

LanguageItaliano
Release dateApr 22, 2022
ISBN9781386687979
Una Notte nell'Annwn: Le storie di Annwn, #1

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    Una Notte nell'Annwn - Owen Jones

    UNA NOTTE

    NELL’ANNWN

    ––––––––

    La strana storia  dell’esperienza ai confini della morte del

    vecchio Willy Jones

    di

    Owen Jones

    Tradotto da

    Paola Sambruna

    AVVISO SUI DIRITTI D’AUTORE

    Copyright © 2022 Owen Jones Autore

    di Megan Publishing Services

    https://meganthemisconception.com

    Seconda edizione

    Tutti i diritti riservati.

    I diritti di Owen Jones di essere identificato come l’autore di quest’opera sono stati sanciti in accordo con gli articoli 77 e 78 del Copyright Designs and Patents Act 1988. I diritti morali dell’autore sono stati confermati.

    In quest’opera di narrativa, i personaggi e gli eventi sono il prodotto della fantasia dell’autore o completamente fittizi. Alcuni luoghi possono esistere, ma gli eventi sono fittizi.

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    sui libri di Owen Jones.

    Aggiungi la tua email sul sito:

    http://meganthemisconception.com

    ––––––––

    INDICE

    1 Willy Jones

    2 La Passeggiata di Will

    3 Sarah

    4 Annwn

    5 La Sede della Conoscenza

    6 Percorso Iniziatico

    7 Risvegli

    8 Il Cottage Bryn Teg

    9 Nuovi Hobby

    10 Il Cerchio dello Sviluppo

    11 Guarigione Spirituale

    12 Il Volontario con la Tromba

    13 Il Silenzio

    14 Galoppo del Corno Postale

    Glossario

    Prima o Poi

    Informazioni sull’autore

    DEDICA

    Ai miei genitori e tutti gli spiritisti della nostra famiglia, sulla superficie e non, per avermi dato un buon punto di vista sulla vita.

    1 WILLY JONES

    Papà, sei già in piedi? gridò Becky entrando nel cottage buio e squallido, sbattendo forte la porta d’ingresso nel caso non fosse nemmeno sveglio. Subito si chiese se non avesse dovuto lasciarla aperta. La puzza era terribile. Papà, sono io, Becky! Adesso alzati, per favore, papà!

    Scostò le tende della finestra anteriore del salotto, che era abbastanza grande per un vecchio cottage gallese di campagna, ma comunque piccola per gli standard moderni. La spalancò e la bloccò con i vecchi fermi, poi andò nella cucina sul retro.

    Parte del motivo della puzza fu subito chiaro. Kiddy, la vecchia cagnolina da pastore gallese nera, se ne stava timidamente rannicchiata vicino alla porta sul retro, chiaramente mortificata.

    Non preoccuparti, vecchia mia, non potevi farne a meno. Avrebbe dovuto farti uscire qualche ora fa. La porta sul retro si apriva verso l’interno e, così facendo, spalmò lo sporco del cane sul pavimento di linoleum. Merda! le scappò, mentre una zaffata ancor più puzzolente si alzò dalla massa di cacca appena smossa e ben aerata.

    Non appena la porta si aprì a sufficienza, Kiddy sgattaiolò fuori in giardino riconoscente, felice di essere lontana dalla fonte del suo imbarazzo.

    Becky prese un secchio e uno straccio puzzolente per pavimenti da sotto il lavello, ma le toccò togliere i piatti dal lavello prima di poter riempirci il secchio per lavare il pavimento. Poiché non c’erano né acqua calda né detersivi adatti, usò acqua fredda e detersivo in polvere.

    Non c’erano neanche i guanti di gomma, quindi si accovacciò e iniziò a pulire dove aveva sporcato il cane.

    Merda, merda, merda e ancora merda! borbottava fra sé. Questa casa è un porcile! Mentre girava attorno alla strisciata marrone lunga mezzo metro, le suole delle sue scarpe di tela si appiccicavano al pavimento. Tutta la cucina aveva bisogno di una lavata a fondo con acqua bollente, pensò. Quando fu soddisfatta della pulizia di quel pezzetto, Becky andò in giardino e buttò l’acqua nel gabinetto esterno. Poi si lavò le mani e lavò anche il secchio sotto il rubinetto in giardino, ci versò della candeggina che aveva preso nel gabinetto e lo riempì di nuovo di acqua, lasciandoci dentro lo straccio a mollo, sperando venisse pulito da sé.

    Entrò di nuovo in cucina, mise il tappo al lavello, aprì l’unico rubinetto, spalancò la finestra e mise anche i piatti a mollo nell’acqua. L’unica stoviglia mai usata dall’ultima volta che era stata lì era la padella per friggere, ma tutti i piatti erano sporchi così anche tante tazze, bicchieri da whisky e da birra.

    Sapeva cosa significava: roba fritta con il tè al mattino, in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, ancora roba fritta e birra la sera e qualche whisky prima di dormire. La situazione stava diventando ingestibile e Becky aveva quasi finito la pazienza con suo padre, benché le dispiacesse per quel povero vecchio cane che doveva vivere in quel porcile di casa con lui, al quale sembrava non importare della puzza e dell’ trasandatezza.

    Mentre stava lavando i piatti, osservò la breve catena di montagne che si ergeva a poche miglia al di là di quello che ora con eufemismo chiamavano un giardino, ma che era stato anche bello quando lei viveva lì. Le montagne l’avevano sempre affascinata; aveva preso da sua madre in questo. Sua madre aveva lavato i piatti due o tre volte al giorno a quella finestra e aveva fissato quelle montagne per quarantadue anni.

    A lei e suo padre piaceva pensare che lei fosse felice di stare con loro o vagargli intorno, ora che non era più lì. Era morta di cancro della cervice cinque anni orsono. Era stata una vera e propria sorpresa, perché non era mai andata ai controlli programmati all’ospedale. Diagnosi e morte nel giro di tre mesi; era stato un shock tremendo.

    Ormai Becky ne sapeva di più di questa la malattia e aveva fatto gli esami anche lei; sospettava che sua madre, stoica e gran lavoratrice, avesse saputo di avere un problema, ma non aveva voluto essere di peso; forse non le era spiaciuta l’idea di morire e andarsene dalle fatiche di una piccola, isolata, solitaria fattoria di montagna.

    L’avrei fatto io non appena sarei sceso!

    Oh! Mi hai fatto spaventare! Mi piacerebbe che tu non mi arrivassi alle spalle così di soppiatto; te l’ho già detto, vero, papà?

    Bella maniera di salutare il tuo vecchio pa, davvero. Comunque, io non stavo arrivando di soppiatto e anche se fosse, è casa mia e lo posso fare.

    Come ti senti oggi, pa? A volte senza accorgersi lei parlava nel vecchio dialetto e lo chiamava pa, altre parlavano anche gallese, ma non così spesso da quando Becky era tornata dalla scuola superiore di giardinaggio e sua madre era morta.

    Non c’è male. Mi sento così stanco e non ha senso alzarmi presto quando fa freddo. Perché non aspettare prima che il sole scaldi un pochino la casa e rimanere a letto? C’è del tè? Ho la gola secca. La mia bocca sa di mutande di operaio.

    "Devi essere per forza così schifosamente esplicito? Non ho quattro mani, lo sai! Ho dovuto pulire dove aveva sporcato la povera vecchia Kiddy, perché tu eri troppo ‘stanco’ per farla uscire, e questo posto era troppo sporco per mangiare qualcosa.

    E dovresti davvero prenderti più cura di te stesso, disse girandosi e squadrandolo. Sei proprio sciatto.

    William Jones stava in piedi davanti a lei con i pantaloni del pigiama, senza ciabatte. La sua mezza testa di capelli bianchi era ispida ed era come se i muscoli della sua faccia fossero ancora addormentati. Una fiatata del suo alito mentre parlava rivelò che Becky aveva ragione sui bicchierini di whisky prima di dormire - probabilmente parecchi.

    Perché non ti lavi i denti e non ti sciacqui la faccia per svegliarti per bene?

    "Non ho bisogno di lezioni di igiene personale da te, ti ringrazio. Seguo le mie procedure, che pratico da sessant’anni e sono sempre andate bene E non le cambierò adesso, né per te, né per nessun altro. La tua cara vecchia mamma non si è mai lamentata e i suoi standard mi vanno bene.

    Ad ogni modo, se proprio vuoi saperla tutta, stavo andando al gabinetto. Quindi, se vuoi scusarmi...

    Uscì. Si era sempre lavato in giardino a meno che ci fossero neve o gelo: una doccia o un bagno erano ancora occasioni speciali, una volta alla settimana.

    Becky si asciugò le mani con uno strofinaccio, riempì il bollitore, accese il fornello, mise tre bustine di tè nella teiera, dopo aver controllato che fosse vuota e tornò a lavare i piatti.

    Vai a metterti su qualcosa, pa gli ricordò quando lui rientrò e prese l’asciugamano appeso a un gancio dietro la porta su retro. Tosterò un po’ di pane intanto che il tè si prepara. Adesso vai, ma non metterci troppo.

    Scaldò la teiera, ci mise le bustine di tè e gli versò sopra l’acqua, quindi tolse il tappo dal lavello e accese il grill. Come sempre si era portata il cibo da casa, perché William andava di rado a fare la spesa e l’interno del suo frigorifero era un’offesa alla decenza. Avrebbe dovuto parlargli anche di questo, più tardi, ma prima voleva fare colazione.

    Mentre il grill si scaldava, si ricordò del cane e le mise nella ciotola gli scarti che aveva portato. Probabilmente nel frigorifero c’era una scatoletta di cibo per cani mezza aperta, mezza usata e rinsecchita, ma poteva aspettare e Kiddy si meritava qualcosa di speciale, ogni tanto.

    Appena prima di sentire suo padre iniziare a scendere le scale, scosse la tovaglia fuori dalla porta d’entrata e la sostituì con una nuova e apparecchiò per la colazione.

    Vedi, sai essere carino quando vuoi, pa.

    Tanto non mi vedrà nessuno, cosa importa? Non hai messo la birra con il formaggio fuso".

    No, ti bevi già abbastanza birra durante il giorno senza doverla bere anche per colazione.

    La birra nel formaggio non è come berla, è tradizione. Il coniglio alla gallese, ecco cos’è. È un’usanza secolare gallese, ma a te piace il formaggio fuso all’inglese, senza birra

    Un giorno me ne sarai proprio grato e lo shock per me sarà così forte che finirò a gambe all’aria e raggiungerò la mamma sulle montagne là dietro. I genitori si lamentano che i bambini non sono riconoscenti, ma gli anziani, o comunque tu, sono molto peggio.

    Mi dispiace, Becky le disse sollevando lo sguardo. "Apprezzo tutto quello che fai per me, davvero... È semplicemente che la gente anziana si fissa sulle loro cose. Mia madre, il Signore l’abbia in gloria, metteva sempre la birra nel formaggio fuso per il mio vecchio pa e tua madre l’ha sempre fatto per me. Dopo sessanta anni di formaggio e di birra sul pane tostato, non sei più capace di cambiare. Capisci, no?

    "Sì, pa, adesso per favore basta parlare di quella maledetta birra!„

    Oh! Attenta a come parli, Becky! Tua madre non permetteva che si parlasse così in casa nostra e, in suo onore, neanch’io! Quella è un’altra brutta abitudine che hai preso in quella scuola inglese

    "No, non è vero! L’ho presa da te„.

    William non era sicuro se fosse vero o no, ma decise di non discutere. È proprio un buon tè e il formaggio è un cambiamento piacevole, solo se lo mangiamo una volta ogni tanto disse.

    La verità è che sapevo che c’era probabilmente birra nel frigorifero, ma non riuscivo a guardarci dentro prima di aver mangiato.

    Suo padre rise. Questo lo posso capire! Anche a me non piace guardarci... soprattutto se è buio. Non sai mai che cosa potrebbe saltar fuori. Qualcosa che potrebbe mangiarti via una mano! e le afferrò una mano.

    Lei la ritrasse in tempo unendosi alla sua risata.

    Perché vivi così, pa? Non ce n’è bisogno, vero? Parli della tradizione, ma la mamma questa casa la teneva linda e pulita. Era il suo orgoglio e gioia, ma scommetto che si vergognerebbe troppo a metterci piede ora.

    Be’, qui ti sbagli, signorina Io-so-tutto con la tua educazione da scuola inglese. Spesso mi siedo e parlo con tua mamma fra queste mura.

    Lo so, papà, ma io scommetto che spesso scuote la testa quando vede in che stato lasci questa casa. Puzzava come un cesso questa mattina... birra, whisky, lo sporco del cane e cibo vecchio andato a male. Mi ha fatto quasi vomitare!

    Mi dispiace, lo so che a volte questo posto è abbandonato a sé stesso. Però non c’è più una ragione per farlo. a volte ci provo, sul serio. Però non c’è più la voglia di fare, mi sa.

    Perché, non vieni a stare con noi? Ci piacerebbe tanto averti con noi e te l’abbiamo chiesto tante volte Questo posto è troppo grande per un uomo solo, specialmente per uno come te che non ha mai dovuto mandare avanti una casa da solo. Non ce la puoi fare, papà, con i tuoi reumatismi, la tua schiena acciaccata e i piedi gonfi.

    Da come parli sembra che io sia pronto per essere abbattuto al macello. Guarda, so che sei, siete stati tutti molto gentili, ma non posso lasciare questa casa. Ci sono troppe persone e troppi ricordi qui per me e la vecchia Kiddy Comunque, se ce ne andassimo tua madre resterebbe qui tutta sola.

    So che ci credi, papà, ma penso che se esistono i fantasmi, e non vedo perché ci non debbano essere, allora possono andare dove vogliono. Non sono legati ad un posto solo.

    Be’, non sono così sicuro. Spesso si sente parlare di un luogo o di una casa con i fantasmi, no? Io non sono uno che usa parole colorite come spettri eccetera, ma penso che i fantasmi, come la gente, si affezionano a un posto e ci restano.

    Ma perché ci si affezionerebbero? Non ha senso.

    Sì, invece, se ci pensi. Noi che abbiamo un corpo ci affezioniamo agli amici, alla famiglia e alle nostre cose. Se morissi domani, non significa che andresti a vivere nello Zimbabwe, giusto? Se un meteorite si schiantasse su questa vecchia fattoria, non prenderei e andrei a vivere in Scozia, o no?

    No, certo che no. Sono molto affezionato a questo posto. Rimango qui e se devo andare via per un po’, poi ritorno. Così fa il novanta per cento della gente. Sono solo i pazzi che se ne vanno all’estero per tanto tempo, ma la maggior parte di loro muore a casa propria. Te lo dico io che i fantasmi, o la gente senza un corpo, fanno le cose per gli stessi motivi di quelle con un corpo.

    Hai davvero visto la mamma e le hai parlato a quattr’occhi?

    È una domanda molto difficile a cui rispondere, cara. Stavo parlando con te questa mattina, ma eri di schiena e non potevi vedermi. Tuttavia, questo non ti ha impedito di sapere che ero io dietro di te, vero? In risposta alla tua domanda, comunque, non l’ho mai vista come ora sto vedendo te o ho avuto una conversazione come questa. Penso che ho visto però qualche sua immagine, come quando la televisione non funziona e sento la sua voce nella mia testa.

    Vedi la mamma alla televisione? L’ho visto nei film, ma non ho mai sentito dire che accade nella realtà. Sei sicuro?

    No, non intendevo questo! Potrei vedere una sua immagine in una finestra, nel vapore del bollitore o nelle ombre della casa. Ho una teoria a tale proposito. Tua madre non ha ancora imparato come rendersi visibile e non so che cosa sto cercando. Capisci?

    Non credo. Quando sei morto, sei morto, no?

    La gente crede di sì, ma nessuno di noi lo sa davvero, giusto? Oppure riformulerò quello che ho detto... nessuno può dimostrare che lo sa. C’è un uomo che insiste nel dire che è la mano destra di Dio sul pianeta, ma Dio non lo ha aiutato a dimostrarlo. Tuttavia, è stato strombazzato al mondo dai media cattolici come se fosse indiscusso Vangelo. Come possono lui, o loro, farla franca di questi tempi?

    Se esiste la reincarnazione, siamo stati morti prima, allora cosa c’è da imparare?

    "Allo stesso modo, se esiste la reincarnazione, siamo già nati prima, ma ancora dobbiamo imparare da capo come camminare, comunicare e comportarci bene. Forse, i morti devono imparare di nuovo come rendere i loro corpi più luminosi o più densi in modo che possiamo

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